La borsite trocanterica, sintomi e fisioterapia

 la borsite trocanterica come si cura

Le condizioni dolorose dell’anca sono molto diffuse, soprattutto nella popolazione con età superiore ai 40 anni, dall’artrosi dell’anca, al conflitto femoro-acetabolare, alla borsite trocanterica.

Cos'è la borsite trocanterica

Per borsite trocanterica si intende l'infiammazione della borsa sinoviale che si trova in prossimità del grande trocantere del femore.

L’articolazione più colpita nel caso della borsite trocanterica è l’anca, che in fisiologia articolare è conosciuta anche come articolazione coxo-femorale, e mette in comunicazione l’arto inferiore al bacino.

L’anca è costituita di due facce articolari:

  • l’estremità prossimale del femore: di cui ti parlavamo prima, che è nota anche come “testa femorale”;
  • l’acetabolo, detto anche “cotile”. È una formazione ossea semisferica costituita dalla fusione delle tre ossa del bacino (Ischio, ileo e pube), circondata da un labbro cartilagineo che ne aumenta l’ampiezza e la cavità al fine di ospitare meglio la testa del femore.

I sintomi della borsite trocanterica

 

I sintomi che caratterizzano questa condizione sono:

  • Dolore alla palpazione;
  • Gonfiore, calore e rossore locale;
  • Difficoltà a effettuare i movimenti dell’anca, in particolare i movimenti di abduzione e rotazione.

Quali sono i rimedi per la borsite?

La diagnosi viene effettuata dal medico, quasi sempre Ortopedico, Fisiatra o Medico Sportivo.

I rimedi possono essere di carattere conservativo (fisioterapia) oppure invasivo (viene asportato il liquido locale mediante l’aspirazione con un ago) a cui consegue il ciclo fisioterapico.

La fisioterapia è sempre la prima opzione, e si può optare per un rimedio terapeutico invasivo solo se il ciclo fisioterapico non ha dato i risultati sperati.

La fisioterapia per la borsite trocanterica

Gli elementi terapeutici che sono utilizzati dai fisioterapisti per curare questa condizione dolorosa sono:

  • Tecniche di terapia manuale: è un insieme di tecniche manuali che hanno il fine di migliorare e ripristinare il movimento fisiologico dell’articolazione che si è alterato. Non sono pochi i casi in cui il fisioterapista tratta anche distretti limitrofi all’anca come il tratto lombare della colonna, o l’articolazione sacro-iliaca del bacino, poiché potrebbero avere delle correlazioni con le disfunzioni di anca.
  • Mezzi fisici ad alta tecnologia: si tratta di elettromedicali che hanno l’obbiettivo di stimolare la biologia del tessuto, riducendo la sintomatologia e accelerando i processi infiammatori. I mezzi fisici più utilizzati in questa condizione sono:

- tecarterapia,

- ipertermia,

- laserterapia,

- ultrasuonoterapia,

- correnti antalgiche.

  • Esercizi e autoesercizi: in molte condizioni di disfunzione di movimento dell’anca, è fondamentale l’esecuzione di esercizi specifici che contribuiscano a mantenere i progressi ottenuti con le tecniche manuali, a contribuire alla guarigione dei sintomi e alla prevenzione di eventuali recidive.

Se l’approccio conservativo non presenta il successo sperato, oppure se la borsite assume dimensioni importanti si effettua l’aspirazione del liquido o nei casi più particolari si interviene con un intervento chirurgico mediante artroscopia.

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